Riprendono le attività del Centro Studi Francescani di Maddaloni (Ce)

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2020 Anno internazionale della salute delle piante.

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclama- to il 2020 Anno internazionale della salute delle piante. Il benessere della vegetazione concorre a ridurre la fame e la povertà, a migliorare la protezione dell’ambiente e a pro- muovere lo sviluppo dell’economia. Gli alberi, i fiori, e ogni specie di piante, sono sotto costante attacco da parte di orga- nismi nocivi invasivi che possono danneggiare gravemente i raccolti, le foreste e le risorse naturali. Ogni anno questi attacchi causano perdite produttive quantificabili in miliardi di dollari e possono essere anche la causa di turbolenze sociali nei Paesi in via di sviluppo.

La deforestazione del Pianeta, l’inquinamento selvaggio e il consumo squilibrato delle risorse non solo vegetali del Pianeta hanno messo in serio pericolo il nostro eco-sistema e la stessa biosfera. Gli impellenti cambiamenti climatici e gli stessi sconvolgimenti atmosferici rivelano la grande crisi della Terra e il fallimento della nostra opera. Ci sarà un futu- ro per le prossime generazioni? Ci sarà ancora vita sulla Terra?

Lo sviluppo sostenibile e l’impegno per la salvaguardia del creato sono due traguardi che possiamo raggiungere se effettivamente avviene una conversione ecologica attraverso nuovi stili di vita: “custodire”, “riciclare”, “convertire” e “ridurre” sono verbi che lasciano intendere il cammino con- creto che dobbiamo compiere per la nostra sopravvivenza e per dare futuro al Pianeta. Pur se viviamo nella “terra dei fuochi”, ove l’inquinamento delle falde acquifere, dei terreni, dei mari, delle colline e dell’aria è stato provocato soprattutto dallo smaltimento illecito di rifiuti nocivi per la salute (soprattutto amianto e altre sostanze cancerogene), è possi- bile attuare un vero cambiamento con il nostro impegno. La Terra, insieme a tutto il resto del cosmo, è come un grande sacramento che canta la grandezza dell’Eterno e celebra la bellezza della Vita.

Per la celebrazione della 14ª Giornata Nazionale del Creato, la Conferenza Episcopale Italiana, attraverso i vesco- vi delle due Commissioni – per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dell’Ecumenismo e il dialogo –, ha ela- borato un Messaggio attento alla biodiversità. Il titolo del mes- saggio è molto significativo: «“Quante sono le tue opere, Signore” (Sal 104,24). Coltivare la biodiversità». Si tratta di porre attenzione alla ricchezza e alla complessità della biodi- versità per prendercene cura. Anche papa Francesco fa que- sto richiamo nella lettera enciclica Laudato si’. È un messag- gio impellente che risuona con particolare forza nel docu- mento preparatorio per il Sinodo che, nell’ottobre del 2019, sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diver- sità nel mondo.

Sono profetiche le parole pronunciate nel 2002 ad Assisi da Chef Amadou Gasseto come rappresentante della Reli- gione Tradizionale Africana (religione tradizionale “Vo- dun”). Egli affermò quanto segue: «C’è una cosa della quale sono convinto: la pace nel mondo dipende dalla pace fra gli uomini. La responsabilità dell’uomo nel mondo influisce non soltanto sulla società, ma anche sull’intera creazione. Quando non c’è la pace tra gli uomini non c’è neanche la pace fra il resto della creazione e l’uomo. Le stagioni sono sovvertite e la terra non produce più le sementi per dare il nutrimento all’uomo. Ma quando gli uomini lavorano per la pace in una nazione, la loro terra diventa ubertosa e il bestiame si moltiplica per il maggior benessere dell’uomo. Questa è una legge della natura che proviene dal Creatore, che ha legato il destino della creazione alla responsabilità dell’uomo […]. Pertanto è una buona cosa invitare ogni anno gli uomini a cambiare il cuore, rinuncian- do all’odio, alla violenza, all’ingiustizia. I responsabili delle religioni nel mondo non dovrebbero dimenticare, né trascu- rare questa consuetudine. Si tratta di riparare il male che è stato fatto contro la creazione per colpa dell’uomo, chiedere perdono agli spiriti tutelari delle zone che sono state toccate dalla violenza e dal male commesso dall’uomo e domandare perdono, celebrare sacrifici riparatori e purificatori al fine di restaurare la pace. Io sono convinto che questa purificazione della natura è di capitale importanza per riportare la pace tra gli uomini e il resto della creazione […]. Dobbiamo ricordar- ci che gli antenati che ci hanno preceduto in questo mondo hanno vissuto in un rapporto di rispetto verso Dio e la natu- ra per lasciarci un mondo ancora abitabile e accogliente per l’uomo. Il mondo come era organizzato ai loro tempi non era perfetto sotto tutti gli aspetti, ma aveva il vantaggio di mantenere una grande coesione fra gli uomini e la natura. Alcuni divieti preservavano le sorgenti, le foreste e le zone di rinnovamento della fauna e della flora. Altri divieti determi- navano i rapporti umani all’interno della famiglia e della società. Il mantenimento dell’ecosistema e un grande equili- brio all’interno della società contribuivano efficacemente a mantenere questa coesione fra la natura e gli uomini. Non si può parlare oggi di pace senza il rispetto di questo mondo, lasciato in eredità dagli antenati, in uno sforzo costante per migliorarlo a vantaggio degli uomini del nostro tempo».

La cura per l’ambiente è anche una questione di fede. Infatti, la questione ecologica rivela che il mondo costituisce un’unità, e che i problemi sono mondiali e comuni. Per af- frontare i pericoli è, quindi, necessaria «una mobilitazione multilaterale, una convergenza, una collaborazione, una coo- perazione» (Bartolomeo I).

Ci auguriamo che la proposta formativa del Centro Studi aiuti le nostre comunità a maturare sempre più una coscienza ecologica e dialogica attraverso l’impegno per l’unità tra i cri- stiani, il dialogo interreligioso e l’accoglienza dello straniero, ma anche e soprattutto mediante l’assunzione concreta dei nuovi stili di vita per la cura della Casa comune.

4 ottobre 2019
Festa di San Francesco d’Assisi – Patrono d’Italia


Il Direttore
Prof. Edoardo Scognamiglio

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