EVENTI INTERRELIGIOSI

28 agosto 2019. Sinodo valdo-metodista a Torre Pellice (Valli valdesi), seduta sul tema del dialogo interreligioso. Il Sinodo  ha invitato “le chiese locali a considerare la possibilità di mettere le proprie sale a disposizione delle comunità islamiche e di altre confessioni religiose che ancora vedono limitato in molte regioni italiane il diritto alla preghiera in adeguati locali”. E’ stata dibattuta anche la proposta dell’istituzione di una Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero. Tale richiesta è sorta dalla necessità di dare “piena e concreta attuazione al dettato costituzionale che prevede e garantisce la libertà religiosa quale diritto fondamentale”. Il mandato del Sinodo alla Tavola valdese e al Comitato permanente dell’Opera della Chiesa evangelica metodista (OPCEMI) è stato quello di proseguire su “iniziative presso l’opinione pubblica per sensibilizzare sul tema”, rinnovando “in tutte le sedi opportune secondo le rispettive competenze, la richiesta che il 17 febbraio sia dichiarato Giornata nazionale della libertà di coscienza, di religione, di pensiero”.

2 settembre 2019. In Argentina la Commissione nazionale Giustizia e Pace, assieme all’Azione Cattolica, il Dipartimento per i laici e la Commissione episcopale per l’ecumenismo, le relazioni con il giudaismo, l’islam e le altre religioni, ha promosso una preghiera interreligiosa incentrata sull’Amazzonia, dove oggi prevalgono lo sfruttamento dell’uomo e la “cultura dello scarto”. Alla celebrazione, guidata da Lorena Echagüe a nome della Commissione Giustizia e Pace, hanno partecipato rappresentanti di altre Chiese cristiane (ortodossi, battisti evangelici), religioni (ebrei e musulmani), organismi pastorali e associazioni.

4 settembre 2019. A Cori, in diocesi di Latina, è terminata la settimana di condivisione e fraternità A porte aperte, organizzata dall’associazione Amici di Deir Mar Musa e dalla stessa piccola comunità monastica qui presente. Nel solco del dialogo e della fratellanza tanto caro a padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita di cui non si hanno notizie da sei anni e che in questo paese del Lazio volle aprire uno dei monasteri della comunità di Mar Musa. Ma anche una risposta all’invito di Papa Francesco e del grande imam Ahmad Al Tayyeb a spezzare la spirale dell’odio usando la parola “fratello”. Una settimana intensa, sul tema Dalla convivenza alla fratellanza. Una geografia dell’incontro, con riflessioni proposte da cristiani e musulmani. L’incontro di 800 anni fa tra Francesco e il sultano è stato un po’ il filo conduttore, ma si sono alternate anche riflessioni sulla relazione tra Medio oriente ed Europa e una sessione particolare su “Il lato nascosto di Tibhirine”, con una toccante testimonianza di un membro della comunità Sufi di Medea che aveva rapporti con i monaci poi assassinati in Algeria. E’ stata anche una settimana di condivisione e fraternità tra i partecipanti e di questi con i monaci di Mar Musa, nel ritmo della preghiera, del lavoro manuale e dell’apertura dei cuori. “Abbiamo avuto — ha raccontato Francesca Peliti, presidente dell’associazione Amici di Deir Mar Musa — una cinquantina di ospiti, metà dei quali di lingua francese, provenienti sia dal Belgio, dove padre Dall’Oglio ha intessuto molti rapporti di amicizia, che dalla Francia e dalla Svizzera. E poi da ogni parte d’Italia, molti dei quali non conoscevano prima l’esperienza di Mar Musa, ma avendone sentito parlare, volevano sperimentarla. E ne sono rimasti conquistati”.

5 settembre 2019. Il Papa in Mozambico ha partecipato a un incontro interreligioso Non escludete i vostri anziani. Anche da Maputo, dialogando con i giovani durante l’incontro interreligioso, il Papa è tornato su uno dei temi a lui più cari: il legame tra le generazioni. “Anche i vostri anziani possono aiutare affinché i vostri sogni e le vostre aspirazioni non inaridiscano, non siano spazzati via dal primo vento di difficoltà o di impotenza – ha assicurato papa Francesco – […] Gli anziani sono le nostre radici. Le generazioni precedenti hanno molto da dirvi, da proporvi [come antidoto alle] ideologie di diversi colori”. Anche ai giovani, come nel primo discorso alle autorità, il Papa ha chiesto di essere costruttori di pace, “un processo che anche voi siete chiamati a portare avanti, stendendo sempre le vostre mani soprattutto a coloro che passano momenti difficili”, ha aggiunto facendo “il gesto della mano tesa” ed esortando i giovani a ripeterlo insieme a lui. Altra sfida da raccogliere, ha detto il Papa citando ancora una volta i due cicloni che hanno devastato il Paese, è quella di “impegnarci nella cura della nostra Casa Comune […] Indubbiamente siete stati benedetti con stupende bellezze naturali: foreste e fiumi, vallate e montagne e tante belle spiagge. Purtroppo, qualche mese fa avete subito la furia di due cicloni, avete visto le conseguenze dello sfacelo ecologico in cui viviamo”.

11 settembre 2019. Si è tenuta a Parigi la Conferenza internazionale di pace indetta dalla Cec (Conferenza delle Chiese europee), a 100 anni dal trattato di pace di Versailles che pose ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Obiettivo della conferenza: lavorare per un’Europa, mettersi insieme in ascolto delle “dure lezioni del passato” per impegnarsi ad essere oggi in Europa e nel mondo strumenti di pace e di riconciliazione. Lo ha sottolineato il rev. Christian Krieger, presidente della Conferenza delle Chiese europee, aprendo l’assemblea. Krieger ha ricordato che il contesto storico in cui 60 anni fa nacque la Cec (1959), era “un’Europa frammentata e divisa dopo la Seconda Guerra mondiale. A quel tempo c’era una reale necessità di superare le divisioni politiche e lavorare per la guarigione e la pace”. È questa la missione che le Chiese cristiane in Europa continuano a svolgere ancora oggi per far emergere “un’Europa umana, sociale e sostenibile in pace con se stessa e con i suoi vicini, in cui prevalgono i diritti umani e la solidarietà. Rifacendosi quindi al Trattato di Pace che fu firmato proprio a Palazzo di Versailles nel 1919, il pastore Krieger ha detto: “La prima guerra mondiale ha portato alla fine di un ordine mondiale. La mappa dell’Europa fu ridisegnata così come la maggior parte della mappa del mondo”. I rappresentanti delle Chiese aiutati da esperti e politici hanno esplorato “le dure lezioni del nostro passato europeo e globale”, identificando quali sono oggi “le minacce alla pace in Europa e nel mondo”. “Speriamo – ha aggiunto il pastore – di trarre ispirazione dal ruolo e dal lavoro della Conferenza delle Chiese europee, sin dalla sua creazione, come strumento ecumenico impegnato nella costruzione della pace, nella guarigione delle ferite del passato e nella riconciliazione”. La Conferenza delle Chiese europee è un organismo ecclesiale ed ecumenico che unisce 114 Chiese di tradizioni ortodosse, protestanti e anglicane in Europa per il dialogo, la difesa e l’azione comune per la promozione della pace e per l’unità della Chiesa.

11 settembre 2019. Si è svolto a Casa Santa Marta il primo incontro del Comitato Superiore, istituito ad agosto, per raggiungere gli obiettivi contenuti nel Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato dal Papa con il Grande Imam di Al-Azhar, Al-Tayyib, ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso. Il giorno 11 settembre è stato scelto come segno della volontà di costruire vita e fratellanza dove altri hanno seminato morte e distruzione. Papa Francesco ha salutato e incoraggiato i membri del Comitato Superiore, che è composto da 7 membri. La Santa Sede è rappresentata da  monsignore Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e da monsignore Yoannis Lahzi Gaid, Segretario particolare del Santo Padre. L’Università Al-Azhar vi partecipa con il suo responsabile, il dott. Mohamed Husin Abdelaziz Hassan, e Mohamed Mahmoud Abdel Salam, giudice ed ex consigliere del Grande Imam Al-Tayyib. Gli Emirati Arabi Uniti sono rappresentati da Mohamed Khalifa Al Mubarak, Chairman of Abu Dhabi Culture, Yasser Saeed Abdulla Hareb Almuhairi, scrittore e giornalista, e da Sultan Faisal Al Khalifa Alremeithi, Segretario Generale dei Muslim Elders. Il Santo Padre ha salutato, ringraziando ed incoraggiando, i membri e i responsabili della segreteria del Comitato definendoli “artigiani della fraternità”, perché siano all’origine di una nuova politica, “non solo della mano tesa, ma del cuore aperto”.

Nel corso della sessione sono stati nominati il presidente, monsignore Miguel Angel Ayuso Guixot, e il segretario, Mohamed Mahmoud Abdel Salam, nonché i membri della Commissione Esecutiva, Mons. Yoannis Lahzi Gaid, Yasser Saeed Abdulla Hareb Almuhairi e Sultan Faisal Al Khalifa Alremeithi. Inoltre, si è lavorato sul testo dello Statuto che regolerà l’operato del Comitato. Il Comitato ha espresso la propria gratitudine a Papa Francesco per l’accoglienza e l’incoraggiamento, al Grande Imam Al-Tayyib per il suo messaggio di esortazione, e a Sua Altezza Muhamad Ben Zaid per il sostegno offerto al Comitato stesso. Sono stati inoltre individuati alcuni passi concreti per dare avvio alla sua attività. Tra questi, rivestono particolare importanza la proposta, che sarà avanzata alle Nazioni Unite, di proclamare una Giornata della Fratellanza Umana in un giorno da definire tra il 3 e il 5 febbraio, nonché la decisione di proporre ad alcuni rappresentanti di altre religioni di far parte del Comitato. Durante la riunione ciascun rappresentante religioso ha pregato secondo la propria fede per le vittime dell’11 settembre e di ogni atto di terrorismo.

Il 19 settembre è stato comunicato che il rabbino senior della Congregazione ebraica di Washington, M. Bruce Lustig, è entrato a far parte del Comitato superiore. Il giorno 20 settembre 2019 a New York si è svolto il primo evento pubblico organizzato dal Comitato superiore, a cui hanno partecipato centinaia di persone di diverse religioni. Il 26 settembre, durante il secondo incontro del Comitato superiore a New York presso la biblioteca pubblica, alla vigila della 74esima assemblea generale dell’ONU, è stato comunicato che il Comitato supervisionerà la costruzione della Abramic Family House, che vedrà la luce ad Abu Dabhi nel 2022. Essa comprenderà una chiesa, una mosche, una sigoga, luogo di dialogo interreligioso e di scambio.

11 – 12 settembre 2019. Un simposio su Religione ed etica medica: cure palliative e salute mentale degli anziani, a Roma, organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita (Pav) e la World Innovation Summit for Health (Wish), un’iniziativa della Qatar Foundation. Il primo giorno dei lavori si è focalizzato sulle cure palliative. E’ stata presentata la situazione in Qatar e nella regione del Golfo e si è sviluppato un confronto con gli approcci presenti nei Paesi occidentali. Le diverse sessioni della giornata hanno discusso i temi della formazione e le carenze da colmare, studiato i modi per affrontare le sfide etiche nell’intersezione tra cure palliative e approccio bioetico rispetto ai diversi credi religiosi. Sono stati evidenziati particolarmente “gli aspetti comuni del mondo musulmano e cristiano sul tema delle cure palliative in modo da realizzare un migliore approccio alle cure mediche”. In questo senso è stato sottolineato “l’importante ruolo dell’assistenza spirituale, nel rispetto delle differenze religiose, nell’ambito delle cure fornite negli hospice”, ha spiegato una nota della Pav. La seconda giornata è stata dedicata al tema della salute mentale degli anziani. I diversi relatori hanno evidenziato “il potenziale che hanno le religioni e la spiritualità in generale nel promuovere il benessere e una migliore qualità della vita nei pazienti anziani”. Altre tematiche presenti nella due giornate hanno riguardato le cure palliative infantili e il suicidio negli anziani. Il presidente della Pav, mons. Vincenzo Paglia, ha sottolineato che “le cure palliative e la salute mentale degli anziani sono due temi specifici di grande interesse per l’Accademia” e che “il dialogo con il mondo musulmano risponde a uno specifico mandato affidatoci da Papa Francesco”.

12 settembre 2019. A New Delhi la Corte suprema dell’India ha sostenuto che i matrimoni tra le caste e le religioni “devono essere incoraggiati”. L’11 settembre i giudici sono intervenuti su una petizione presentata da un uomo indù del Chhattisgarh, padre di una ragazza che ha sposato un giovane musulmano. Quest’ultimo si è convertito all’induismo prima del matrimonio, per venire incontro alla famiglia dell’amata. Tuttavia il padre di lei non era d’accordo con le nozze e chiedeva l’annullamento del matrimonio. Lenin Raghuvanshi, attivista per i dalit e direttore esecutivo del Peoples’ Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr) di Varanasi, ha esultato alla notizia del parere dei giudici. Durante un’intervista egli ha commentato: “È una nota positiva. Dobbiamo promuovere i matrimoni tra le fedi e tra le caste per eliminare l’idea settaria di classe, il patriarcato e la mentalità divisiva”. L’attivista ha spiegato che nel Paese la discriminazione fondata sulla divisione sociale è ancora diffusa e “i genitori delle caste elevate si oppongono ai matrimoni delle figlie con membri di classi inferiori o dalit. A volte arrivano persino a uccidere. In linea di massima, è tuttora in vigore il boicottaggio sociale”. Il parere del massimo organo giudiziario indiano è a firma dei giudici Arun Mishra e MR Shah. I due hanno affermato: “Non siamo contro i matrimoni interreligiosi. Sono accettabili anche le nozze tra indù e musulmani. Se essi si sposano rispettando la legge, perché dovrebbero esserci problemi?”. Il giudice Mishra ha aggiunto: “È positivo se viene abolita la distinzione tra le caste. Persone di cosiddette caste elevate e caste inferiori devono sposarsi. È ancora meglio. Sono una cosa positiva per il socialismo”.

13 settembre 2019. Hanno avuto inizio Le Ore dello Spirito, ciclo di incontri inserito all’interno di “Molte fedi sotto lo stesso cielo”, quattro momenti del giorno per quattro approfondimenti sul tema della bellezza, con lo sguardo di quattro fedi differenti. Nella serata il primo momento, con la cena dello Shabbat, giorno di festa in cui gli ebrei ricordano che Dio cessò l’opera della creazione, nel settimo giorno della settimana. Dopo, nell’oratorio del Sacro Cuore, una settantina di partecipanti sono stati  guidati dall’attrice Miriam Camerini nella cena ebraica. Si è trattato di un evento particolare della rassegna delle Acli che ha registrato subito il tutto esaurito. La cena si è svolta con letture sceniche, cibo, musica e libere conversazioni con ospiti. Le Ore dello Spirito sono proseguite poi sabato 21 settembre, con un cammino notturno lungo la greenway (ritrovo alla chiesa di Sant’Antonio, via Ruggeri da Stabello) guidato dalla monaca buddhista Elena Seishin Viviani. Domenica 29 settembre, all’alba, con ritrovo al Borghetto di Mozzo (via S. Stefano 1), si è camminato con la monaca di Bose, Lisa Cremaschi, mentre sabato 5 ottobre, alle 14.15, nella sala parrocchiale della Clementina ci sarà l’incontro con la comunità islamica e il giornalista Farid Adly.

13 settembre 2019. La Festa di Metà Autunno è una delle numerose festività tradizionali cinesi. Non ha una data fissa, ma ogni anno cambia in base al calendario lunare: è il quindicesimo giorno dell’ottavo mese lunare; nel 2018 è stato il 24 settembre, mentre quest’anno, 2019,  è venerdì 13 settembre. Durante questa festa, secondo le antiche tradizioni, si celebra il raccolto ed è un rito celebrato in molti paesi dell’Asia Orientale oltre la Cina, ad esempio il Vietnam. E’ anche chiamata Festa della Luna perché secondo le credenze popolari, è il giorno dell’anno in cui la luna piena appare più grande e luminosa nel cielo. La Festa di Metà Autunno è la seconda festività più importante della Cina dopo il Capodanno cinese, e nel corso della sua lunga storia ha acquisito un significato sempre maggiore, fino a diventare oggi un momento di pace e di riunione con la famiglia.

15 settembre 2019. E’ stata celebrata la Giornata Europea della Cultura Ebraica, manifestazione che è giunta alla ventesima edizione che ha invitato a conoscere e approfondire storia, cultura e tradizioni dell’ebraismo. Si è snodata tra visite guidate a sinagoghe, musei e quartieri ebraici, concerti, incontri d’autore, spettacoli teatrali, degustazioni kasher e iniziative per i più piccoli; si è svolta quest’anno in ottantotto località italiane e in trentaquattro Paesi europei. “Un grande traguardo per la manifestazione iniziata nel 1999 con una sola località, Casale Monferrato”, ha sottolineato Noemi Di Segni, Presidente Unione Comunità Ebraiche Italiane.

Il titolo di quest’anno, I sogni, una scala verso il cielo, ha riecheggiato un noto episodio della Genesi che ha per protagonista il patriarca Giacobbe. Al tema dei sogni, intesi come sostanza onirica, ma anche come speranza e costruzione del domani, sono state ispirate le centinaia di iniziative organizzate in Italia. “Un tema che ci stimola a raccontare l’ebraismo da diversi punti di vista – ha proseguito Noemi Di Segni -: i sogni sono infatti una presenza costante nella storia e nei testi sacri ebraici, a partire dalla Torah, per continuare con il Talmud, con la tradizione mistica e fino ad arrivare a Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi, che sull’interpretazione dei sogni fondò le sue innovative terapie per le nevrosi. Ma i sogni sono anche intesi come speranze per il futuro: quelle che i padri hanno per i figli, quelle delle tante comunità e famiglie ebraiche costrette a fuggire, nel corso della storia, in cerca di accoglienza e prospettive, quelle che i fondatori del sionismo e poi i pionieri riposero nel ritorno degli ebrei nella patria atavica, Israele”. Di sogni, insomma, il popolo ebraico se ne intende.

L’evento è partito “da Parma, che rappresenta un ottimo esempio di questa presenza culturale che suscita un interesse sempre maggiore”. Diversi eventi hanno avuto luogo anche a Napoli, presso i locali della Comunità Ebraica, in Via della Cappella Vecchia, 31. Si è partiti alle 10.00, con la visita guidata alla Sinagoga ottocentesca, la cui storia e le cui caratteristiche sono state illustrate da guide esperte. Le visite sono state replicate alle 12.00 e alle 16.15. Si è potuto visitare, inoltre, la piccola mostra Storia della Comunità ebraica di Napoli, dal sogno alla realtà. Tre le lezioni sul tema dell’ebraismo e del sogno: alle 11.00 è intervenuto il Rabbino Ariel Finzi; alle 17.00 il rappresentante della Comunità ebraica Daniele Coppin; alle 18.30 la musicista e cantante Miriam Jaskierowicz Arman. E’ stata a disposizione Leggere è sognare, spazio vendita di libri sull’ebraismo a cura della libreria Dante & Descartes. 

Anche quest’anno imam e delegazioni della Coreis hanno preso parte alla Giornata europea della cultura ebraica. A Verona, l’imam Mansur Baudo ha partecipato presso la Sinagoga in rappresentanza della Coreis portando i propri saluti alla presenza del rabbino Yosef Yitzhak Labi, autore di un interessante intervento su Giacobbe e la scala, del presidente della locale comunità ebraica Celu Laufer e del prefetto Donato Giovanni Carfagna. L’evento è stato impreziosito dalla visita alla sinagoga di Verona e da un concerto con musiche tradizionali ebraiche. A Vicenza, l’imam Yahya Zanolo è intervenuto in rappresentanza della Coreis mentre a Venezia l’imam Ahmad Abd al Aliyy Venanzi ha portato i saluti a rav Roberto Della Rocca all’evento promosso presso la sala Montefiori nel Ghetto Vecchio. A Genova, nella locale sinagoga, è intervenuto l’imam Abu Bakr Moretta alla presenza di rav Giuseppe Momigliano, del Presidente della comunità ebraica Piero dello Strologo, dell’assessore Barbara Grossoe e  di altri rappresentanti politici locali. “Si tratta sempre di un evento a cui è piacevole partecipare, che non fa altro che testimoniare il consolidamento dei rapporti tra la comunità ebraica e quella islamica, riflesso di un sostegno reciproco che avviene sul piano spirituale”, ha dichiarato l’imam Moretta. A Palermo, presso la sala Almeyda dell’Archivio Comunale, ha partecipato l’imam della Coreis Abd al Majid Macaluso assieme all’assessore alla Cultura del Comune Adham Darawsha.

15 – 17 settembre 2019.  Si tenuto l’incontro internazionale Pace senza confini promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito di Assisi, a Madrid, con la partecipazione di oltre 300 leader delle religioni mondiali in dialogo con le istituzioni e la cultura. Sono stati migliaia i partecipanti da tutta Europa per dire “no” alle troppe guerre ancora in corso e al crescente clima di violenza e razzismo. Il metropolita Metropolita di Volokalamsk Hilarion nel suo saluto ai convenuti, che ha portato a nome del Patriarcato di Mosca alla cerimonia di inaugurazione dell’incontro internazionale, ha sottolineato che il  dialogo tra le religioni “è sempre più necessario e urgente”. “Solo il dialogo nel nome della pace aiuterà i popoli a elevarsi al di là degli interessi contingenti e a unirsi per opporsi alla violenza e al terrorismo, a portare una parola di pace e consolazione là dove già da anni imperversa la guerra”. “Purtroppo al giorno d’oggi siamo testimoni di una escalation di violenza che si nasconde dietro a slogan religiosi”, ha detto il rappresentante della Chiesa russa. “Gruppi radicali organizzano atti terroristici che creano migliaia di vittime assolutamente innocenti. Il livello di profanazione è tale che i terroristi compiono le loro azioni anche durante le celebrazioni nelle chiese, dando prova di quale tipo di spirito li animi”. Nonostante le oscurità, “lo Spirito Santo suscita anche oggi operai che lavorano per la pace, che offrono le proprie energie per far superare i pregiudizi, per cercare vie di dialogo, per creare comprensione reciproca tra religioni e popoli. […] Uno dei luminosi esempi di tale servizio alla pace – ha detto Hilarion – è rappresentato dalla Comunità di Sant’Egidio”, ringraziandola “per la fedeltà al servizio ispirato dalla Parola di Dio da oltre cinquant’anni”. A nome del Patriarcato di Mosca, Hilarion ha anche fatto gli auguri all’arcivescovo di Bologna, mons. Matteo Zuppi, per la sua imminente elevazione al cardinalato. I leader religiosi hanno dichiarato: “Siamo preoccupati per le future generazioni, perché vediamo consumarsi l’unico pianeta di tutti come se fosse solo di alcuni, perché vediamo riaffacciarsi il culto della forza e le contrapposizioni nazionalistiche che hanno creato grandi distruzioni nella storia, perché il terrorismo non cessa di colpire gente inerme, perché sembra indebolito il sogno di pace”.

15 – 22 settembre 2019. Annuale Settimana mondiale per la pace in Palestina e Israele che al suo interno comprende anche la Giornata internazionale di preghiera per la pace (21 settembre). In questo tempo le Chiese, le organizzazioni ecclesiali, movimenti e aggregazioni laicali hanno organizzato liturgie, incontri, dibattiti e azioni di solidarietà a favore della pace e della giustizia per israeliani e palestinesi. L’iniziativa, promossa dal Consiglio mondiale delle Chiese (Cec), quest’anno ha avuto per tema Umanità e uguaglianza nella Creazione di Dio. Alla Settimana ha aderito anche Pax Christi International che ha diffuso per l’occasione un messaggio in cui si ribadisce l’urgenza di “riconoscere e difendere l’umanità e l’uguaglianza nella creazione di Dio. Fondamentale nella nostra fede, e in quella dei nostri fratelli e sorelle ebrei e musulmani, è la convinzione che tutte le persone sono create da Dio. Come figli di Dio la nostra umanità e uguaglianza sono inattaccabili. Questi principi formano la base del diritto internazionale e sono sanciti nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti umani”.

16 – 18 settembre 2019. A Matera, capitale europea della cultura, summit europeo ebraico-islamico, con 29 imam e rabbini da tutta Europa appartenenti al Muslim Jewish Leadership Council (MJLC). Nella Dichiarazione finale essi hanno affermato: “Noi, 29 leader delle comunità religiose musulmane ed ebraiche da 19 paesi europei, apprezziamo gli sforzi delle persone in ogni ambito della nostra vita per stabilire e mantenere una pace profonda e duratura in Europa e invitare i leader religiosi, i responsabili politici e le istituzioni europee a porre la libertà, la giustizia, il rispetto e la pluralità al centro della loro visione per una società stabile e coesa”. Il summit è stato promosso in collaborazione con KAICIID (King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue), COREIS (Comunità Religiosa Islamica) italiana, UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), la Soc. Cop. Sociale MEST e la Fondazione Città della pace per i bambini, presieduta dal premio nobel Betty Williams. L’iniziativa ha creato un ponte di dialogo e conoscenza tra le varie religioni e le istituzioni del Nord e Sud Europa, situandosi nel più ampio evento Pax mater, Madre Pace, Mother Peace, che è culminato il 21 settembre con la Giornata internazionale per la pace. Fra i presenti il Mufti emerito Mustafa Ceric (Bosnia) presidente onorario MJLC, il rabbino Lody van de Kamp (Olanda) vicepresidente MJLC, l’Imam Yaya Pallavicini (COREIS) vicepresidente MJLC, rav Ariel Finzi, rabbino capo per l’Italia meridionale e la Rettrice dell’Università della Basilicata Maria Sole.

21 settembre 2019. Tavola rotonda a Chieti, in piazza Vico, nell’ambito del Festival del Creato, organizzato dalla Famiglia francescana d’Abruzzo, dal titolo “Guardando ho visto uno straniero. Parlando ho trovato un fratello. Riflessioni sul documento cattolico-islamico sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. Giunto alla quarta edizione, il Festival del Creato quest’anno ha celebrato gli 800 anni del viaggio di Francesco d’Assisi a Damietta, in Egitto, per incontrare il Sultano Al-Malik al-Kamel, e nel solco del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” sottoscritto da Papa Francesco e dall’Imam Al-Azhar Ahamad al-Tayyib, lo scorso febbraio durante il viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti. La Famiglia francescana d’Abruzzo ha scelto proprio il dialogo come filo conduttore della tre giorni di eventi. Così, per avviare una riflessione condivisa sulla fratellanza e la convivenza comune e rafforzare il dialogo interreligioso tra le locali realtà cattolica e musulmana, l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, ha dialogato con l’Imam della città di Atessa, Mohamed Bourchouk, che assieme al teologo don Valentino Cottini e al sociologo Simone D’Alessandro ha ripercorso le tappe del documento.

21 settembre 2019. P. Rapacioli (Pime) ha promosso un incontro islamo-cristiano per i giovani del Bangladesh, che si è tenuto a Dhakha alla Notre Dame University Bangladesh (unica università cattolica locale), ispirandosi al Documento di Abu Dhabi. Lo scopo dell’incontro è stato quello di contribuire a costruire una relazione fraterna, pur ammettendo le differenze. L’incontro è stato sponsorizzato da Shalom Movement, di cui fa parte P. Rapacioli, assieme alla Commissione episcopale per l’unità dei cristiani e il dialogo interreligioso, la Dhakha University (statale), centri teologici protestanti, la scuola di formazione del PIME ed altri organismi.

22 settembre 2019. Settemila partecipanti alla mezza maratona interreligiosa di 22 Km della Run for Peace, percorrendo Roma da San Pietro, alla sinagoga e alla moschea.

23 – 25 settembre. Durante il convegno permanente della Conferenza episcopale italiana (CEI), il cardinale Bassetti ha annunciato che durante le ultime due giornate del Sinodo Mediterraneo di pace a Bari (19-23 febbraio 2020) ci saranno esponenti del mondo ebraico ed islamico, rabbini e rappresentanti della Lega araba per promuovere il dialogo e la riconciliazione

24 settembre 2019. A Roma, nella sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Raffaella Di Castro (Unione Comunità Ebraiche d’Italia), Marta Rodriguez (Ateneo Pontificio Regina Apostolorum), Martino Roma (Comunità Religiosa Islamica) e Betti Guetta (CDEC) hanno illustrato la proposta formativa per l’anno scolastico 2019/20 ‘Not in my Name’, promosso da ebrei, cattolici e musulmani impegnati contro la violenza nei confronti delle donne. Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione tra l’UCEI, il COREIS, l’APRA, con la direzione del Dipartimento per le Pari Oppurtinità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha finanziato la realizzazione.

25 settembre 2019. Presso la sede del Centro Studi Francescani per il Dialogo Interreligioso e le Culture, in via San Francesco n. 117 a Maddaloni (Caserta), si è svolto l’incontro interreligioso sul tema ‘Il sacro e il divino nelle diverse esperienze religiose: una lettura comparata’. Amedeo Imbimbo ha offerto la riflessione sul tema secondo il buddhismo tibetano, Maria Laura Chiacchio secondo l’Istituto buddhista Soka Gakkai, Angela Furcas secondo la religione Bahai e don Eduardo Scognamiglio secondo la tradizione ebraico-cristiana. Lucia Antinucci ha illustrato gli sviluppi circa il Comitato Superiore, istituito ad agosto, per raggiungere gli obiettivi contenuti nel Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato dal Papa con il Grande Imam di Al-Azhar, Al-Tayyib, ad Abu Dhabi il 4 febbraio scorso. L’incontro è stato moderato dal giornalista Michele Giustiniano.

27 settembre 2019. Festival francescano a Bologna a carattere interreligioso, per promuovere l’incontro tra fedi e culture diverse. La tenda dell’incontro ha favorito la conoscenza dell’identità, degli stili di vita, della preghiera ed anche dell’alimentazione. Il festival ha inteso contribuire al superamento dell’intolleranza, fondamentalismo e razzismo.

29 settembre – 1 ottobre 2019. Capodanno ebraico, Rosh Hashanah (mese di Elul), anno 5780. E’ definito giorno del suono dello shofar (Lv 23,24), giorno del giudizio (yom-ha-din), giorno del ricordo (yom-ha-zikkaron). La festa dura due giorni in Israele e anche nella diaspora.

A cura di Lucia Antinucci

 

 

 

 

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