Una Parola per tutti

E. Scognamiglio, Una Parola per tutti. Lectio divina per i nostri tempi, Collana “Meditare”, Elledici, Leumann (Torino) 2013, pp. 215, euro 20.

Il titolo di questo saggio raccoglie più cicli di lectio divina che, a partire dal 2009, si sono svolti in chiave moderna a Napoli, Caserta e Salerno in alcune librerie e altre sedi particolari, come biblioteche, chiostri e androni. La proposta dell’autore, già noto per le sue molteplici pubblicazioni a carattere teologico, dogmatico, religioso e filosofico, è molto concreta: lasciarsi provocare da Dio e confrontarsi con la forza e l’efficacia della sua Parola che è per tutti. Ponendo attenzione al dato biblico, l’autore si è lasciato condurre nelle sue riflessioni da un interrogativo a sfondo esistenziale: “Che cosa vuole Dio da me?”. In realtà, questa è la domanda del credente, visto che nella Bibbia non si chiede: “Chi è Dio?”, ma bensì “Che cosa Dio vuole da me?”. L’autore si è ispirato a questi principi fondamentali: l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo (san Girolamo); la Parola è balsamo, medicina per le nostre sofferenze, ma anche profumo che rischiara ancora di più il senso della vita e della gioia vera; la Parola è lo specchio in cui vediamo concretamente – senza illusioni o immaginazioni – il nostro volto e quello che siamo veramente. Nel suo modo di esprimersi, per l’autore, è stato importante chiarire questi termini: la vita spirituale è semplicemente la nostra esistenza concreta davanti a Dio (K. Rahner); la conversione è una questione di cuore (si tratta di “re-imparare” a parlare con Dio attraverso un dialogo d’amore); la nuova evangelizzazione non è questione di strategie, bensì di rinascita o di rilancio spirituale per vivere ogni giorno il Vangelo; la fede è un’esperienza concreta, una relazione con il Signore Gesù Cristo e si manifesta nella volontà di stare con lui (cf. pp. 3-14). Alla domanda “Perché dobbiamo ascoltare la Parola di Dio?”, l’autore risponde: “Per essere veramente persone felici” (cf. p. 3).

Sono qui offerte ben dieci meditazioni a carattere biblico, teologico e spirituale tratte dal Primo e dal Secondo Testamento. La Lectio è offerta in chiave moderna, per i nostri tempi: dopo la presentazione della pericope biblica e una precisa chiarificazione dei termini e la collocazione storica, si offrono degli spunti molto efficaci e profondi dal punto di vista teologico e spirituale, per un’azione concreta a livello di annuncio. L’attualizzazione della Parola proclamata e meditata è presentata sempre con rigore biblico e teologico, ma altresì con attenzione alla vita pastorale delle nostre comunità. La prima lectio riguarda il profeta Gioele e, precisamente, il testo che è proclamato nel Mercoledì delle Ceneri (pp. 15-25). Segue il riferimento al profeta Isaia (la vocazione, pp. 26-41), poi la presentazione del profeta Geremia (pp. 42-58), il Cantico dei cantici (cf. pp. 59-85), la lectio per il Natale (cf. pp. 86-102), la Pasqua come memoriale (cf. pp. 103-124), il racconto di Emmaus (cf. pp. 125-141), la metafora dei figli della luce secondo la Lettera agli Efesini (cf. pp. 142-155), la missione del giovane Timoteo (cf. pp. 156-165), l’Apocalisse (cf. pp. 169-182). I riferimenti biblici, patristici, come pure quelli letterari e spirituali sono tanti e molto prezioso. L’autore riesce sempre a inserire dei richiami e delle note bibliografiche. La conclusione, un’ampia riflessione su La Parola di Dio nella vita della comunità, è una stupenda catechesi biblica, liturgica e teologica su come praticare la lettura della Bibbia nella vita di ogni giorno secondo lo stile del Poverello d’Assisi: “ascoltare per annunciare” (cf. p. 187). San Francesco ha fatto una lettura sapienziale del Vangelo: le Sacre Scritture erano, per lui, il proprio rivestimento e riscaldavano il cuore. La Bibbia, per il Poverello, è cruciforme: rinvia sempre al Verbo della vita venuto nella carne. Egli non commentava la Scrittura, bensì la faceva parlare nella propria vita.

Il tutto è reso con linguaggio semplice, immediato, che parla al cuore della gente, dunque comprensibile e credibile. Se ne consiglia la lettura veramente a un vasto pubblico, anche a chi è completamente a digiuno delle Sacre Scritture. [Boutros Naaman].

 

 


 

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